Oggi vorrei partire dai bisogni, che sono la parte predominante e condizionante
dell'esistenza, l'aspetto che secondo me ha un effetto contaminante nella
maggior parte delle relazioni...
premesso che ogni relazione che volge al termine nasconde una lezione
da imparare per entrambi, la mia ultima relazione mi ha messo di fronte a
quanto io sia condizionato dai bisogni...
c'è una sottile ma importante differenza tra l'amare una persona in
maniera incondizionata, senza pretendere niente in cambio, e amare (anzi, io
direi, voler possedere) una persona, affinché soddisfi i nostri bisogni... il
bisogno di non restare soli, il bisogno di contatto, qualunque bisogno che
abbia la sua origine da un vuoto interiore.
i vuoti interiori sono parti incomplete della sfera emotiva, non
sufficientemente nutrite nei primi anni della vita, che generano sofferenza e
per le quali il nostro istinto ci invia segnali più o meno costanti sulla loro presenza,
facendoci avvertire sensazioni di incompletezza e desiderio di ciò che sentiamo
mancare.
questo è il punto, la via più semplice e immediata è cercare di
riempire questi vuoti attraverso la ricerca di persone in grado di sopperire a
quei bisogni, ma è solo un'illusione, un sollievo effimero e temporaneo, perché
nel momento in cui viene a mancare temporaneamente o definitivamente chi ci ‘nutre’,
ti ritrovi nuovamente a tu per tu con il vuoto... e devo ammettere che provare
questo svuotamento improvviso è davvero doloroso... il dolore che si prova
viene scambiato, come io stesso in principio avevo fatto, come collegato al
sentimento che provo, ma in realtà ho capito che è la presenza del vuoto a
farmi male...
mi sono spesso domandato se è possibile non avere bisogni... non so
dare una risposta certa... dicono di sì… posso solo dire che io personalmente
ho la consapevolezza adesso che sono tutt’ora condizionato da alcuni bisogni...
per esempio, sento prevalente il bisogno di essere considerato, di essere
cercato, di essere al centro della vita della mia compagna... c'è sempre in
ogni caso qualcosa da tamponare, un vuoto da nascondere...
il legame a cui aspiro (e so che ci riuscirò), è quello in cui parto da
me stesso come persona completa, come persona che sa stare in solitudine, che
ha amore da donare e che non ha bisogno di riceverlo, non lo cerca perché si
basta da se... la persona completa non pretende nulla in cambio, perché non ne
ha bisogno... la persona completa sta bene con se stessa e il legame che si
viene eventualmente a creare a livello sentimentale con un'altra persona, la
rende ancora più felice, è come qualcosa in più, ma non per questo meno
importante... anzi, in realtà io stesso mi sentirei enormemente gratificato se
venissi scelto da una donna che non mi cerca per sopperire a un bisogno…
lì per lì, acquisire la consapevolezza di essere 'guidato' dai bisogni,
è stato doloroso, ma è anche stata una conferma del fatto che sto 'crescendo' a
livello di coscienza, per me questo è fondamentale, perché la consapevolezza è
il presupposto inscindibile che apre alla possibilità di cambiare atteggiamento
in positivo...
la questione più complicata è come risolvere questi vuoti... a mio
parere il primo passo è accettarli per come sono, impiegare l'amorevolezza nei
confronti di se stessi... l'approccio amorevole risana le ferite, di qualunque
tipo e origine esse siano... ci vuole pazienza, determinazione, positività,
forte desiderio di crescere…
un'altra cosa che ho compreso è che per poterli risanare, devono
restare... vuoti!
la tentazione di riempirli con altro è sempre in agguato, fa parte di
un sistema di difesa, nel tentativo di bloccare la sofferenza provocata dal
vuoto stesso...
essere 'dipendenti' da qualcuno è la cosa più 'castrante' che ci possa
essere... blocca ogni possibilità di crescita interiore e di sviluppo delle
proprie doti, perché ci si affida all'altro, si cerca di assecondarlo, di
apparire per ricevere, si finisce con il vivere la vita dell’altro, si perdono
le amicizie… in un circolo vizioso che porta all'annullamento della propria
sfera personale, della propria indipendenza, che va preservata e protetta.
io sto combattendo proprio su questo punto focale... e ho dalla mia
parte una risorsa illimitata che posso attingere da me stesso: l'amor
proprio... desidero traslare il dolore della fine del rapporto in un’occasione
per guardarmi dentro con sincerità, comprensione, rispetto, amore, positività e
determinazione.
questo è uno dei punti su cui sono focalizzato in questi giorni...
amo comunicare su questo livello, tutto il resto per
me passa in secondo piano e scrivere mi aiuta a consolidare il pensiero e
tramutarlo in un’azione che pone radici nella parte più profonda di me.